Si chiama Ponte Europa (o, meglio, così si sarebbe dovuto chiamare) ed è una imponente opera infrastrutturale sorta vicino all'Efsa (l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare). E così una delle opere più controverse e discusse di Parma ha finito con l'essere ribattezzato più semplicemente Ponte Nord, divenendo agli occhi dei meno attenti una semplice gigantesca struttura di vetro e di acciaio, costata 25 milioni di euro di soldi pubblici e tutt'oggi inutilizzato.
Progettato nel 2010 dall'architetto Vittorio Guasti, ex senatore di Forza Italia ed ex capogruppo di maggioranza in Consiglio comunale, è ad oggi un'opera in cerca di una faticosa destinazione.
Lungo 180 metri, largo 33 metri e alto 15 piani, con tre piani, quattro corsie e pista ciclopedonale, originariamente doveva essere un ponte abitabile per spazi espositivi e commerciali, ma in realtà l'abilitazione non è mai arrivata, considerato che la legge vieta costruzioni con usi permanenti sull'alveo dei fiumi.
E così il progetto ha cambiato forma più volte, e più volete ha cambiato anche (potenziale) destinazione. Originariamente il piano prevedeva una torre con uffici (poi stralciata), poi un centro di documentazione e di formazione, poi un museo del design, poi un centro di aggregazione della cultura.
Ad oggi, però, ancora il nulla, con l'opposizione comunale che lamenta gli sprechi, e i cittadini che si domandano che farne.