Continua ad allargarsi lo scandalo delle Ferrovie del Sud Est. Secondo quanto si rileva dalle ultime novità in merito, è stato iscritto nel registro degli indagati il commerciale Stefano Fersini, per emissione di fatture false: 47 documenti che sarebbero stati emessi tra il 2010 e il 2011, per un valore complessivo di 240 mila euro, a fronte delle quali la Procura di Bari e la Guardia di finanza ritengono che non esistano operazioni.
Con tale iscrizione nel registro degli indagati, come in apertura sottolineavamo, si allarga ancora l’inchiesta sulle consulenze e sui presunti sprechi delle Ferrovie Sud Est. Già la scorsa settimana il pubblico ministero Marcello Quercia ha avuto modo di convocare Fersini in Procura a Bari, interrogandolo come persona sottoposta alle indagini.
L’uomo, che è tutelato dall’avvocato Dimitry Conte, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere e preparare in tal modo la propria tesi difensiva. Il reato ipotizzato è comunque quello di emissione di fatture false, evidentemente respinto da Fersini e dal suo legale. Fersini è il rappresentato legale di una tipografia di Maglie che, stando alla ricostruzione, avrebbe emesso una cinquantina di fatture per operazioni inesistenti in favore di società che facevano capo al professor Franco Cezza, marito di Rita Giannuzzi, che – per conto di Ferrovie Sud Est, e sotto la direzione dell’avvocato Luigi Fiorillo – avrebbero gestito l’archivio storico dell’azienda.
Per il momento, il dossier – affidato dal procuratore Giuseppe Volpe ad un pool composto da 8 magistrati - prevede l’ipotesi di reati di peculato, abuso di ufficio e truffa aggravata ai danni dello Stato nei confronti dell’ex amministratore unico, Luigi Fiorilo, degli avvocati romani Angelo Schiano e Pino Laurenzi e dell’ingegnere salentino Vito Antonio Prato.