Recentemente abbiamo parlato del Mose di Venezia, l'imponente opera che, dopo lungaggini e varie iniziative di capitale, potrebbe giungere al termine tra qualche anno.
Di Mose si torna ora a parlare per la notizia secondo cui altri 200 milioni di euro potrebbero essere anticipati dallo Stato per poter sbloccare i cantieri dell'opera. Una notizia che ha suscitato la pronta lamentela delle opposizioni, con il Movimento 5 Stelle che attacca sostenendo, per voce della deputata Arianna Spessotto, che "oltre al danno delle risorse pubbliche divorate, arriva anche la beffa con il governo che vorrebbe mettere altre risorse pubbliche per tappare i buchi finanziari creati in questi anni dalla più grande e costosa opera della storia italiana, che rimarrà chissà per quanti anni ancora incompiuta e nessuno ancora sa se mai funzionerà".
Insomma, con un emendamento alla Finanziaria, dopo investimenti per oltre 5 miliari di euro, il governo vorrebbe intervenire sul cantiere con altri 200 milioni di euro che non sembrano scender giù a una buona parte delle opposizioni in Parlamento.
"Ricordo che il Mose è responsabile di un danno erariale per lo Stato pari a 37 milioni di euro e che il provveditorato alle Opere pubbliche del Veneto aveva assicurato a febbraio di quest’anno che i lavori in corso erano già tutti finanziati. E allora, mi chiedo, a cosa servono tutti questi soldi?" - aggiunge ancora Spessotto.