Non è un giudizio particolarmente positivo quello che l’economista Carlo Cottarelli ha avuto modo di elaborare in relazione alla legge di Bilancio, definita come una “manovra di galleggiamento”, che “non cambia niente”, con un deficit che rimane più o meno uguale a quello del 2019, qualificandosi pertanto come una manovra né espansiva né restrittiva.
Per Cottarelli, non cambia la dimensione del Paese, poiché non c’è un’operazione di taglio della spesa e neppure un’operazione di taglio delle tasse. Tuttavia, non ci sarebbe nemmeno l’operazione opposta, considerato che non aumentano di molto né la spesa né le tasse. Ad aumentare è un po’ la spesa primaria, ovvero la spesa al netto degli interessi, e alla fine dovrebbe altresì incrementare un po’ anche la pressione fiscale.
A non cambiare è inoltre l’atteggiamento nei confronti degli sprechi, che rimangono in alterati, afferma l’ex responsabile della spending review, un ambizioso progetto che, nonostante gli sforzi esercitati da Cottarelli, non sembra esser stato colto dagli esecutivi precedenti.
Insomma, ancora prima del passaggio alle Camere, la legge di Bilancio sembra incassare un altro giudizio non particolarmente positivo da un’autorevole voce, che si allinea alle tante altre piuttosto “scettiche” nei confronti della manovra. Vedremo se, nelle prossime settimane, cambierà qualcosa.