La larva che mangia la plastica e riduce l'inquinamento

In natura esiste una larva molto ghiotta di plastica. Un gruppo di esperti ha, infatti, scoperto adesso nuovi dettagli rilevanti su questa specie che, perlomeno in teoria, potrebbe risolvere il problema dei rifiuti a livello mondiale. Da tempo le c.d. tarme della cera, parassiti che vivono nei favi delle api, sono diventate celebri perché un’apicultrice amatoriale, ma esperta biochimica, Federica Bertocchini, ha per caso scoperto che possono nutrirsi di plastica.

Oggi, un nuovo studio, pubblicato su “Proceedings of the Royal Society B”, si concentra a comprendere come questi bruchi siano in grado di assimilare efficacemente la plastica, nella speranza di imparare da loro come sviluppare una soluzione all’inquinamento.

Lo studio

Attraverso una ricerca si è scoperto che - le tarme della cera sono dotate di microbi intestinali essenziali nel processo di biodegradazione della plastica. Questo processo sembra dipendere da una sinergia tra i bruchi e i loro batteri intestinali per accelerare la degradazione del polietilene - ha spiegato Christophe LeMoine, uno ricercatori e biologi dello studio. E ancora - è in particolare una specie di batteri presente nell’intestino di queste larve ad essere in grado di sopravvivere sulla sola plastica per un anno intero, ma i batteri e i bruchi hanno avuto più successo quando lavoravano insieme. I batteri da soli hanno infatti impiegato più tempo a rompere la plastica e anche i bruchi hanno digerito la plastica più lentamente quando gli sono stati somministrati antibiotici. -

Il problema

Un problema è indubbiamente come gestire la sostanza tossica che le tarme espellono quando vengono alimentate con la plastica.

L. F.