La lotta contro lo spreco di cibo è una delle problematiche che più affligge il nostro Pianeta. Ogni anno, infatti, vengono gettati circa 1.6 tonnellate di alimenti per un valore di circa 1.200 miliardi di dollari.
L’eliminazione degli sprechi è però un processo che ha a che fare non solo con il miglioramento delle abitudini del singolo soggetto, ma riguarda l’intera filiera agroalimentare. In quest’ultimo campo, l’Italia è riuscita a distinguersi, posizionandosi al terzo posto, dopo Israele e Spagna. L’Italia è, infatti, oggi tra i paesi che hanno più investito nella ricerca di soluzioni innovative, nella sostenibilità socio-ambientale ed economica per migliorare la produzione e la gestione delle risolse.
Attualmente, nel mondo ci sono 399 startup che puntano alla sostenibilità. Precisamente, il 47% fanno parte dell’ambito dei Service Provider, fornendo app, software e servizi di consulenza nell’ambito della sostenibilità, il 16% riguarda le tecnologie applicate nel campo dell’agricoltura di precisione, il 13% è intento, invece, a ridurre quello che è l’impatto ambientale del “Food Processing”.
Nello specifico, le startup presenti in Israele puntano parecchio sulle innovazioni tecnologiche per l’ambiente, mentre Spagna e Italia inseriscono molte volte una componente sociale a quella ambientale, lavorando sul fronte della gestione degli avanzi di cibo e il supporto delle produzioni locali. In Italia le startup sono impegnate nel campo della sostenibilità della filiera agroalimentare e rappresentano attualmente il 38% delle newco alimentari, ma nonostante tutto spesso non mancano le difficoltà.
Lucia Franco