A cosa serve la legge antisprechi?
L’obiettivo principale della legge antisprechi consiste nel diminuire gli sprechi dall’inizio alla fine, vale a dire per ognuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari e o farmaceutici facilitando il loro recupero e la loro donazione, non solo ai fini solidaristici, ma allo stesso tempo contribuendo alla limitazione reale dell’impatto ambientale che ne può derivare a causa dei troppi rifiuti.
Cosa si intende per eccedenze alimentari?
Sono tutti quei beni che rimangono invenduti e che per varie ragioni non sono quindi più commerciabili. In poche parole si tratta di prodotti alimentari, perfettamente commestibili, che però vengono eliminati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali o estetiche, ossia perché in prossimità della data di scadenza.
Cosa prevede dunque la legge?
La legge stabilisce le modalità di cessione delle eccedenze di cibo da parte degli negozianti che devono essere gratuite e destinate esclusivamente a chi si trova in difficoltà e non ha nulla con cui sfamarsi. Inoltre, la legge permette la cessione a titolo gratuito di prodotti alimentari in caso di sequestro. Quanto alla corretta conservazione dei cibi è assegnata alle organizzazioni che si curano di distribuirli.
Chi verifica la corretta applicazione della legge antispreco?
È istituito al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali un tavolo permanente di coordinamento con l’incarico di promuovere iniziative indirizzi e strumenti per la distribuzione di derrate alimentari ai bisognosi, con compiti consultivi, propositivi, di monitoraggio e di formulazione di progetti e studi finalizzati alla limitazione degli sprechi ed alla distribuzione delle eccedenze, e ne disciplina la composizione.
La legge antispreco interessa solo i cibi?
No, riguarda anche ai prodotti farmaceutici, naturalmente non scaduti e correttamente conservati dati in dono alle ONLUS per la distribuzione ai più bisognosi.