A Galdakao, in Spagna, nel 2015 nasce il primo “frigo solidale” come reazione solidale ai duri effetti della crisi economica.
Da quel momento il frigo solidare ha fatto il giro del mondo: Germania, Inghilterrra, India, Brasile, Argentina, Italia (a Bari) e Francia (precisamente a Parigi).
Ma come funziona esattamente?
Il frigo viene di norma installato all’interno di un esercizio commerciale, in modo da permettere a tutte le persone di depositare come anche di usufruire a titolo completamente gratuito dei prodotti dal frigo in maniera molto riservata. Il ristoratore o esercente che decide di inserire nel suo negozio un frigo solidale ne è però responsabile della manutenzione, del rispetto di norme igienico sanitarie, del controllo costante dei prodotti depositati.
Inoltre, il frigo è un libero servizio, tutti possono mettere qualcosa o prendere quello che si trova al suo interno. È un mezzo molto facile che, attraverso piccole donazioni, permette di combattere contro lo spreco di cibo e aiutare i più bisognosi (i senzatetto, i pensionati, le famiglie numerose o in serie difficoltà economiche). Insomma, un nuovo modo per essere più umani tra gli umani.
La maggior parte dei cibi viene depositata dagli stessi commercianti, i quali preferiscono di fatti mettere a disposizione degli altri il loro invenduto (perfettamente mangiabile e in ottimo stato). I prodotti più gettonati in questo caso sono: pane, pizza, dolci, legumi, yogurt e formaggi.
Lucia Franco