Nel 2018 la nota azienda H&M ha accumulato nei suoi punti vendita una quantità di capi invenduti per un valore pari a 4 milioni di euro e una parte di essi sono stati bruciati. Stessa cosa è stata fatta anche da Burberry che ha, infatti, bruciato le proprie rimanenze per un valore pari a 32 milioni di euro. Dati allarmanti questi che collocano quindi l’industria della moda al secondo posto come il settore più inquinante, dopo il petrolio. Proprio per questa ragione la Francia sta mettendo a punto una legge ad hoc che vieterà severamente la distruzione degli indumenti invenduti nei vari esercizi commerciali.
La legge
L’iniziativa parte dal Ministero della transizione ecologica e precisamente da un’idea del ministro Edouard Philippe. Essa sarà approvata entro la fine del 2019 e proibirà dunque di divieto assoluto di distruggere i capi invenduti o in eccedenza. Imporrà, difatti, alle case di moda di praticare attività eticamente scorrette e inquinanti, come la distruzione o l’incenerimento delle rimanenze.
Insomma, quello che avverrà in Francia è il primo passo legislativo da parte di un paese, ma non dall’Ue, nonostante nel 2015 l’Unione europea abbia creato il cosiddetto Piano europeo di azione sull’abbigliamento, che mira a migliorare le pratiche del ciclo vitale del settore abbigliamento.
Lucia Franco