Con il progetto “Last minute market” l’Emilia Romagna, dal 2007, è riuscita ha recuperare prodotti per un totale di 22 milioni di euro. Vale a dire che sono stati salvati oltre 5.550 tonnellate di alimenti, 300.000 pasti, 851.000 farmaci e 13.738 libri. Questi sono alcuni dei dati del rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher, Last minute market/Swg illustrato a Bologna nell’ambito della campagna “Spreco Zero”.
Insomma, una grande soddisfazione per una regione come l’Emilia che ha dimostrato di avere un volto diverso dell’Italia, ovvero quella in cui cresce sempre più la consapevolezza degli sprechi. C’è, infatti, una maggiore attenzione al fenomeno dello spreco, anche se non mancano i dati negativi. Da Piacenza a Rimini, si buttano principalmente frutta e verdura, ovvero un quinto in più rispetto alla statistica nazionale. Ma anche sughi, pasta e riso.
Il progetto
In questo progetto sono stati coinvolti 132 enti beneficiari diretti, 113 donatori e ben 52 comuni. Qui la responsabilità nei consumi va di pari passo con una popolazione sempre più cosciente e responsabile. Ma ciò non basta. Infatti, l’87% degli emiliani-romagnoli butta prodotti alimentari due volte alla settimana, il 15% una volta alla settimana e l’8% più volte durante la settimana.
Per evitare questi sprechi è necessario darsi delle regole. Bisogna saper pianificare bene la spesa, fare delle confezioni intelligenti che cambiano colore a seconda della freschezza del prodotto, controllare la temperatura del figorifero e privilegiare sempre la qualità dei prodotti rispettando così anche la stagionalità.
Lucia Franco