Lucia, una ex hostess Alitalia, oggi vicina ai 70 anni, è recentemente intervenuta sulle pagine del quotidiano Il Giornale per dire la sua sulla crisi della compagnia aerea di bandiera. Indicandoci, peraltro, quel che molti avevano già intuito: le difficoltà di Alitalia non sono "nuove", nel senso che il male della società arriva da molto lontano, e non è certamente riconducibile a qualche gestione non ottimale degli ultimi anni.
"Mi fa malinconia vedere Alitalia fare questa fine. Ma con un po' di distacco emotivo - sottolinea Lucia sul quotidiano- dico anche che non poteva reggere. Era chiaro da tempo che sarebbe finita così. Io sui suoi aeroplani ho vissuto due anni fantastici. Ma quello stile non poteva durare. Troppo champagne, troppe aragoste, troppi benefit".
Il racconto di Lucia sembra essere ben dettagliato e corredato di osservazioni che, oggi, stridono con l'attuale situazione della compagnia aerea di bandiera. Ricorda, ad esempio, che a fronte di evidenti sacrifici sul lavoro, "sull'altro piatto della bilancia c'era uno stipendio che faceva di me, tra tutti i miei coetanei, una privilegiata. E un sacco di altri vantaggi che spesso erano ancora più consistenti dello stipendio".
Ma quali sono tali vantaggi? Lucia non ha dubbi. Si parte con la diaria di missione, la fruizione di alberghi a cinque stelle, pause lunghissime tra un volo e l'altro tutte spesate, e così via. "Ma come si poteva andare avanti così?" - chiosa l'ex hostess?