La Consulta sulla giustizia del Dicastero per lo sviluppo umano integrale ha annunciato l’intenzione di costituire una rete a livello internazionale per poter contrastare le diverse forme di corruzione, di crimine organizzato e di mafia. D’altronde, si legge nel documento, la Chiesa “nel mondo è già una rete e per questo può e deve mettersi a servizio di tale intenzione con coraggio, decisione, trasparenza, spirito di collaborazione e creatività”.
Stando a quanto anticipato dall’Ansa, il documento prodotto dalla Consulta prenderebbe ispirazione dal rifiuto della corruzione che Papa Francesco aveva affidato alla propria rete mondiale di preghiera per il febbraio 2018, in ricordo di Giuseppe Puglisi, sacerdote e martire, “perché coloro che hanno un potere materiale, politico o spirituale non si lascino dominare dalla corruzione”. Ne consegue che la Consulta orienterà – viene spiegato nel documento – “a partire da settembre, le proprie iniziative guardando a tale impegno del prossimo anno”.
Ancora, viene affermato nel documento che la corruzione “prima di essere un atto è una condizione: di qui, la necessità della cultura, dell’educazione, dell’istruzione, dell’azione istituzionale, della partecipazione della cittadinanza”. Infine, viene evidenziato che la Consulta “non si ridurrà a pie esortazioni, perché occorrono gesti concreti. L’impegno educativo esige, infatti, maestri credibili, anche nella Chiesa”. Non è infatti credibile, conclude, “chi cerca alleanze per privilegi, esenzioni, vie preferenziali o anche illecite. Noi tutti diverremo irrilevanti, dannosi e pericolosi se agiremo in questo modo. Non è credibile chi approfitta della sua posizione per raccomandare persone spesso non raccomandabili, sia sul piano del valore, sia sul piano dell’onestà”.