Secondo quanto afferma la Fraud Survey di EY, una indagine compiuta in materia di frodi, realizzata sulla base di un campione di oltre 4.000 dipendenti, per il 71 per cento dei lavoratori italiani la corruzione è un fenomeno ancora molto idffuso nel proprio Paesi e, come abbiamo avuto modo di sottolineare qualche giorno fa, per una quota significativa di under 35 si tratterebbe altresì di un fenomeno addirittura giustificabile se serve a salvaguardare il business.
Al di là di questa discutibile duttilità da parte dei lavoratori più giovani, quel che emerge dallo studio è che le imprese attive sui mercati internazionali sono sempre più in difficoltà nel conseguire i propri obiettivi a causa di una crescita rallentata nei Paesi emergenti e di un contesto economico globale incerto, in cui il fenomeno corruttivo non può che giocare un proprio ruolo di impatto.
Tornando nel dettaglio alla condizione italiana del fenomeno, seconod quanto afferma Fabrizio Santaloia – National Leader EY per il Fraud Investigation & Dispute Services (Fids), fortunatamente i livelli di corruzione sono tendenzialmente in miglioramento.
"L'Italia è al sessantesimo posto al mondo nella classifica del Rapporto sulla corruzione, pubblicato da Transparency International. Con un punteggio di 47 su 100, dove 0 corrisponde a “molto corrotto” e 100 “per nulla corrotto”, il nostro Paese segna un miglioramento nel 2016 rispetto al 2015 (44 punti; sessantunesimo posto) con riferimento alla corruzione, probabilmente dettato anche da uno sguardo più ottimista sull’Italia da parte di Istituzioni e investitori, ma è inutile precisare che l'obiettivo è ancora lontano" - dichiara l'esperto sulle pagine del quotidiano Il Sole 24 Ore- "Dal 2012, anno in cui è entrata in vigore la legge anticorruzione, ad oggi - ha sottolineato Santaloia - l’Italia ha fatto comunque grandi passi in avanti nella lotta contro tale fenomeno, dimostrato anche dal fatto che ha riconquistato ben 12 posizioni nel ranking mondiale (avanzando dal settantaduesimo al sessantesimo posto)".