Sono la Campania, la Lombardia e la Sicilia le tre regioni italiane con il maggior numero di reati legati alla corruzione politica. Esattamente il contrario di quanto avviene in Valle d'Aosta e in Umbria, che sono le regioni in cui la corruzione è - in termini assoluti - meno diffusa se rapportata a quanto avviene al di fuori dei rispettivi confini regionali.
Sulla base delle ricerche effettuate sui dati emersi dalle sentenza della Corte di Cassazioni dal 1985 ad oggi, e i casi considerati nelle autorizzazioni a procedere del Parlamento, emerge come i reati più contestati siano la corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio (17%) e la concussione (11%), mentre il finanziamento illecito ai partiti è presente in misura minore (6%). Sono invece sicuramente più rilevanti i reati associativi (l'associazione per delinquere e quella di stampo mafioso, che insieme raggiungono il 12%).
I reati di corruzione in senso stretto sono tendenzialmente stabili nel tempo, mentre sta calando quello sul finanziamento illecito ai partiti, passato dal 29% al 7%. Salgono intanto gli altri reati e in particolar modo i reati associativi, dal 35% al 46,5%: questi ultimi sono in forte crescita soprattutto al Sud e nell'ultimo decennio, dove incidono per il 18%.