All’interno dell’operazione T-Rex, che riguarda l’ampliamento della discarica di Grottaglie, la Guardia di Finanza di Taranto ha provveduto a sottoporre alla misura di sequestro preventivo delle quote sociali, dei beni mobili, dei beni immobili e delle disponibilità finanziarie per un totale di 28,3 milioni di euro.
Stando a quanto è stato accertato dalla GdF, un imprenditore locale, attivo nel settore dei rifiuti, aveva stipulato con un’azienda della Lombardia dei contratti (risultati poi artificiosamente “gonfiati”) per poter costituire fondi neri da destinare alla corruzione di pubblici ufficiali.
Così facendo, la società proprietaria della discarica aveva ottenuto l’autorizzazione a procedere all’ampliamento, con ricavi conseguenti per 26 milioni di euro in 9 mesi. Le operazioni di sequestro sono state eseguite non solamente nel territorio jonico, di riferimento per la discarica oggetto dell’indagine, quanto anche nelle province di Brescia e di Milano.
Come ricorda La Gazzetta del Mezzogiorno, l’indagine era stata avviata un anno fa e aveva portato all’esecuzione di ordinanze cautelari nei confronti di sette persone, tra cui spiccava anche l’ex presidente della provincia di Taranto, Martino Tamburrano. Tra le altre persone destinatarie di ordinanze cautelari nelle attività dello scorso anno, anche imprenditori e pubblici ufficiali che a vario titolo erano state coinvolte nei reati di corruzione e di turbativa d’asta nelle procedure di ampliamento della discarica.