Alcuni studiosi dell’Istituto di Bristol Cabot Institute hanno messo a punto una batteria speciale. Si tratta di una batteria al diamante alimentata a energia nucleare e composta essenzialmente da rifiuti radioattivi riciclati, che può generare energia per migliaia di anni.
Ma come funziona?
È molto semplice. Nelle centrali nucleari, l’uranio radioattivo viene diviso mediante un processo chiamato “fissione nucleare”. Nel momento in cui gli atomi si dividono, viene generato calore e il calore trasforma l’acqua in vapore, che attiva le turbine che generano a loro volta elettricità. Questo processo però genera pericolosi rifiuti radioattivi i quali cesseranno di essere attivi solo dopo 5.730 anni. Un periodo di tempo troppo lungo.
Proprio per questo gli studiosi dell’Università di Bristol hanno cercato una soluzione alternativa: riscaldare la grafite radioattiva, in modo che rilasci la maggior parte della radioattività in forma gassosa. Il gas sottoposto a temperature molto alte e a basse pressioni muta in un diamante artificiale.
Il diamante se collocato vicino a un campo radioattivo, produce della corrente elettrica. Per evitare però emissioni radioattive nocive, si è quindi deciso di posizionarlo all’interno in un altro diamante, che a sua volta ha permesso di generare ancora più elettricità.
La batteria al diamante
La batteria ha una durata di circa 15.492 anni e genererebbe elettricità diretta. Non ha bisogno di nessuna manutenzione e aiuterebbe il mondo intero per quanto riguarda la sostenibilità.
Lucia Franco