Stando alla ricostruzione effettuata dalla Corte dei Conti, a fronte delle oltre 42 milioni di euro di condanne del 2017, sono stati recuperati appena 1,2 milioni di euro. Un incremento del 18% rispetto all’anno precedente, ma pur sempre poca cosa rispetto a quanto si sarebbe teoricamente dovuto recuperare.
Peraltro, nella sua relazione il procuratore regionale Carmela De Gennaro ha offerto anche altri spunti interessati. Nel 2017 si scopre così che sono stati attivati 140 giudici, di cui 118 a fronte di responsabilità risarcitorie per 32,8 milioni, e 17 per richieste cautelari tra cui 14 sequestri per 29 milioni. I numeri sono in crescita, se si considerano altresì le 153 cause definite per 32,4 milioni (136 nel 2016 per 23 milioni) e gli 85 giudizi pendenti, ma anche il grande numero (2.937) di archiviazioni. Ne deriva che, secondo la relazione, all'esame dei giudici contabili, insomma, passano ogni anno migliaia di casi. Circa il 90% dei giudizi introdotti, però, si chiude con una sentenza di condanna.
Il punto più dolente – sottolinea la relazione – è comunque la fase del recupero, che nel codice di giustizia contabile è competenza dell’amministrazione danneggiata. Purtroppo, non sempre si riesce a farsi pagare integralmente, anche perché la legge permette di accedere a rateizzazione particolarmente estese. E, spesso, l’unica garanzia a favore della pubblica amministrazione rimane quella dei sequestri cautelari, per quanto – anche in questo frangente – la situazione non sia certamente agevole…