L'agroecologia come soluzione contro lo spreco

Secondo l’ultimo rapporto stilato dalla FAO, circa un terzo degli alimenti è sprecato ogni anno, per un valore di 2600 md di dollari. Precisamente, il 56% dello spreco interessa i Paesi industrializzati e il residuo 44% nei Paesi in fase di sviluppo.
La principale ragione dello spreco è in questo caso la “sovrapproduzione di eccedenze”. Vale a dire che ad ogni crescita di fabbisogno, corrisponde un aumento più grande di offerte e consumi, determinando l’aumento dello spreco.
Lo spreco di cibo genera, inoltre, conseguenze socio economici e ambientali molto importanti come ad esempio emissioni di gas serra.

Come ridurre quindi le pressioni sull’ecosistema?

La diminuzione dello spreco di cibo è una strategia necessaria per ridurre le pressioni sull’ecosistema. Per garantire, infatti, una maggior tutela ambientale occorre puntare su un uso responsabile del consumo del territorio e sull’inversione dell’abbandono di aree rurali, come pure alla riconversione della produzione, favorendo l’agroecologia, la quale consiste nell'applicazione dei principi ecologici.
Utilizzare sistemi agro ecologici diversificati e di piccola scala significa produrre meno sprechi rispetto ai sistemi attuali, oltre che produrre prodotti più sostenibili nel medio-lungo periodo con un valore nutrizionale maggiore e più salutare. Le prestazioni ambientali e sociali dei sistemi alimentari alternativi sono, inoltre, più efficaci dei tradizionali sistemi agro-industriali.

Lucia Franco