Secondo quanto afferma un dossier curato da Cefriel, del Politecnico di Milano, ricorrere a fornitori non efficienti e non affidabili per poter realizzare e gestire le infrastrutture utili per la rete 5G, potrebbe determinare per il nostro Paese un onere complessivo di 16 miliardi di euro tra tre anni, conteggiando sia i possibili costi palesi, che quelli che invece sono nascosti.
Lo studio si è in particolar modo soffermato su rilevare tutti i principali centri di onerosità, come quelli del centro di prova e di validazione, delle infrastrutture ridondanti, dello spostamento della domanda, del peso sul PIL, per le violazioni dei dati o data breach.
Proprio per quanto concerne quest’ultimo tema, sempre più sentito, il dossier stima prudenzialmente un costo pari a 580 milioni di euro per il 2024. Un onere che è tuttavia relativamente contenuto, tenendo conto che le violazioni di dati che si verificano sulle reti 5G non affidabili sono una piccola parte di tutte le violazioni che avvengono nel nostro Paese. Inoltre, le stime di penetrazione di tale tecnologica ci dicono che la quota sarà inferiore al 9%, lasciando dunque intendere che il suo contributo al totale sarà comunque piuttosto basso, e come dunque tali costi non siano in cima alle classifiche.